Giornali di fabbrica

Un’esperienza originale di giornalismo operaio


Il fondo dei giornali di fabbrica

Nell’archivio della Federazione modenese del Partito comunista italiano, in deposito presso l’Istituto storico, è conservata una ricca collezione di una cinquantina di giornali di fabbrica. Gli 864 fascicoli editi a Modena e provincia dal 1949 al 1957 (sono presenti alcune lacune) sono da considerarsi una preziosa fonte per la storia del movimento operaio modenese e della storia socioeconomica del territorio.


La digitalizzazione delle riviste

Nell’ambito di un progetto pluriennale di riordino, sistemazione fisica, catalogazione descrittiva e semantica del patrimonio posseduto e depositato dall’Istituto e, grazie al progetto di digitalizzazione e metadatazione realizzato nel 2025 con la cura scientifica di Giovanna Bonazzi e il cofinanziamento di Regione Emilia-Romagna, Programma regionale FESR 2021/2027, Bando per la digitalizzazione del patrimonio culturale di biblioteche archivi storici musei e altri istituti e luoghi della cultura è stato possibile digitalizzare un certo numero di periodici e riviste storiche comprese quelle edite dall’Istituto tra gli inizi degli anni Sessanta e la fine degli anni Novanta del secolo scorso. Il lavoro di catalogazione, soggettazione e metadatazione dei Giornali di fabbrica e i numeri digitalizzati sono consultabili sulla piattaforma Lodovico Media Library (→ accedi)


Giornalismo operaio

Evoluzione dei giornali murali esposti dopo la Liberazione nelle aziende, i giornali di fabbrica nascono su iniziativa del Pci per esigenze difensive di fronte alla smobilitazione delle fabbriche, ai licenziamenti, all’offensiva padronale contro le Commissioni interne ma, col tempo, divengono luoghi di elaborazione di una cultura operaia dai tratti sicuramente originali, riuscendo a coinvolgere tanti lavoratori e a fare conoscere le reali condizioni nelle fabbriche anche tra la popolazione. Tranne qualche testata nata prima, il momento di accelerazione è il congresso del Pci del 1951 e l’avvio di una specifica attività anche di formazione dei redattori operai e l’organizzazione di convegni nazionali dei giornali di fabbrica.

A Modena tra il 1951 e il 1956 escono quasi cinquanta giornali di fabbrica, un numero che ha pochi paragoni sul piano nazionale, anche perché coinvolge piccole e medie imprese e persino aziende agricole. Un aspetto sicuramente interessante è quello della presenza in molti giornali di fabbrica della ‘terza pagina culturale’. Sono recensiti libri, film e spettacoli teatrali, continuo è l’invito allo studio e, soprattutto, sono pubblicati racconti e poesie dei lavoratori.

In ogni caso, già a partire del 1953 sono evidenti i segnali di difficoltà, per gli attacchi ai giornalisti operai e alle testate da parte delle direzioni aziendali e delle autorità, ma anche perché si fa più pesante il ‘controllo’ dei contenuti politici da parte della Federazione comunista modenese, e intorno alla metà degli anni Cinquanta questa straordinaria esperienza di giornalismo operaio si conclude.

I giornali di fabbrica


La collezione dei giornali di fabbrica

Indichiamo di seguito i titoli dei giornali di fabbrica digitalizzati su Lodovico: “L’altra rotaia” 1952; “L’aratro” 1951-1956; “L’indicatore della BBM Modena” 1952; “L’ascensore della BBM” 1952-1953; “L’azienda” 1951-1957; “La bussola” 1955-1956; “Noi carrozzieri” 1955-1956; “Il cavallino” 1951-1955; “La ciminiera” 1955; “Il collaborazionista” 1956; “Il corrispondente P.T.” 1956-1957; “Il crogiuolo” 1949-1951; “Il cubilotto” 1954-1955; “Il diesel” 1953; “Eco di fabbrica” 1951-1957; “Il faro” 1951-1956; “Il fonditore” 1952-1956; “La guida” 1951-1956; “L’incudine” 1955; “L’indicatore aziendale” 1953; “La linea” 1955-1956; “Il lingotto modenese” 1951-1956; “Il lume” 1955-1956; “Modena FIAT” 1956; “Noi della Marca Corona” 1952; “L’officina” 1951-1955; “Piccola fabbrica” 1955; “Il pullman” 1951-1956; “Il riscatto” 1956; “La risma” 1951-1956; “La rotaia” 1952-1957; “Il saldatore” 1951-1953; “La scintilla” 1952-1956; “Il semaforo” 1952-1954; “Terra nostra” 1953-1954; “Il trattore – Il faro” 1954; “Il torrione” 1951-1957; “La trancia” 1954; “Il trattore” 1951-1957; “Tribuna aperta” 1951-1957; “La voce dell’azienda agricola” 1952-1953; “La voce delle ceramiche” 1953-1957; “La voce della fabbrica” 1951-1957; “La voce delle Fonderie” 1951-1957; “La voce delle Fonderie. Il faro. Il trattore. L’officina. La voce della fabbrica” 1954; “La voce del salumiere” 1952-1955; “Voce nuova” 1951-1952; “Le voci della fabbrica Ballarini” 1951-1952; “Lo zuccheriero” 1952-1956.

La raccolta presenta anche un piccolo volume “Breve corso per redattori e corrispondenti dei giornali di fabbrica” curato dalla Sezione centrale stampa e propaganda del Pci, e le pubblicazioni “I giornali di fabbrica” 1953-1954 e “Consigli di gestione” 1950-1953.


“Il crogiuolo”, poi “Voce delle fonderie”

Se il 1951 è l’anno di avvio dell’esperienza dei giornali di fabbrica a Modena, fa eccezione “Il crogiuolo”, foglio interno degli operai e degli impiegati delle Fonderie riunite, pubblicato dal 1949 a sostegno della durissima vertenza che contrapponeva lavoratori e proprietà e che si chiuderà con il terribile eccidio di sei operai durante uno sciopero di sostegno alla lotta della fabbrica il 9 gennaio 1950. Nei mesi successivi le Fonderie riunite passano al gruppo Cremonini e cambiano la denominazione in Fonderie di ghisa malleabile (ma nel 1952 rientra la famiglia Orsi) e in questo nuovo contesto i lavoratori danno vita al giornale di fabbrica “Voce delle fonderie”, che sarà pubblicano fino al 1957.

Il crogiuolo, novembre 1949

La voce delle Fonderie, gennaio 1952


“Il faro”

L’esperienza di giornale di fabbrica più significativa a Modena è sicuramente quella de “Il faro”, giornale dei lavoratori della Fiat Grandi Motori, uscito dal 1951 al 1956, che presenta la maggiore articolazione interna come rubriche e articoli di approfondimento. A gestire il giornale era una redazione di cinque membri, con il direttore Mario Angelini, tre redattori responsabili di pagina e un responsabile iscritto all’ordine dei giornalisti, più una decina di collaboratori che lavoravano nei diversi reparti della fabbrica. La redazione aveva sede presso la sezione del Pci di viale Storchi, a poca distanza dalla fabbrica.

Il giornale era anche attivo nella promozione di concorsi a premi per raccogliere fondi e nella organizzazione di feste a sostegno del giornale. Quella dell’estate 1952 venne considerata un modello da imitare a livello nazionale: organizzata in località Cantone del Mugnano, in aperta campagna, per due giorni fu luogo di incontro per operai, contadini e la popolazione della zona sud di Modena.

Redazione de “Il faro”, giornale della Fiat Grandi Motori

Bibliografia

  • Claudio Novelli, Giornalisti di fabbrica. Lotte sociali e cultura operaia a Modena 1949-1956, Roma, Ediesse, 1996
  • Amedeo Osti Guerrazzi, Claudio Silingardi, Storia del sindacato a Modena 1880-1980, Roma, Ediesse, 2002
  • Spartaco Puttini (a cura di) Giornali di fabbrica e stampa sindacale in Italia (1945-1980), Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, 2013