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Le carte di Enzo Ponzi (1804-1960)

fabio

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La storia del fondo archivistico

Il deposito delle carte di Enzo Ponzi in Istituto non è avvenuto in modo lineare e mancano ancora diversi tasselli. L’unica certezza è l’arrivo: nel 1998 Marcello Sighinolfi, presidente dell’Anpi provinciale di Modena, consegna a Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto storico di Modena, uno scatolone contenente “documenti del fascismo”, da conservare in istituto senza darne particolare rilievo. Solo nel 2002 il fondo, che viene riconosciuto come prodotto da Enzo Ponzi, fondatore del fascismo modenese, è sommariamente riordinato.

Da dove arrivavano queste carte? Non c’erano tracce e nemmeno Sighinolfi era in grado di rispondere. Un’ipotesi è che alla sua scomparsa questi documenti fossero rimasti nel palazzo di via Nazario Sauro – dove Ponzi risiedeva – successivamente venduto per diventare sede di un’associazione dell’artigianato, e in qualche modo arrivati appunto a Sighinolfi. Rimangono comunque diversi dubbi: la presenza di fotocopie di parte del suo diario del 1943-45 (l’originale dove sarà finito?) e le voci, raccolte nel tempo, di un epistolario tra Ponzi e Mussolini, che possiamo dare per certo visto i rapporti tra i due. Chissà, forse un giorno questi documenti salteranno fuori.


Un profilo biografico

Nato a Torino nel 1894, Enzo Ponzi dopo l’esperienza della Prima guerra mondiale – durante la quale combatte in un reparto d’assalto, ottenendo alcune medaglie – viene destinato a comandare il presidio militare di Minervino Murge, dove si distingue nella repressione dei moti popolari. A Modena partecipa alla costituzione del primo fascio del 1919, poi si reca a Fiume. Nel febbraio 1920 è degradato da capitano a soldato semplice per “indelicatezze di gioco”. Tornato a Modena, scrive sulla “Gazzetta dell’Emilia” e presiede l’Associazione studenti universitari, ed è promotore della seconda fondazione del Fascio modenese.

Nel 1921 è però costretto a dimettersi, perché favorevole al patto di pacificazione con i socialisti dell’aprile 1921. Si sposta allora a Parma, dove diventa segretario del Fascio locale dopo la vicenda delle barricate dell’agosto 1922. Osteggiato anche a Parma per le sue posizioni moderate, rientra a Modena dove inizia la carriera di avvocato, rimanendo ai margini del Partito fascista.

Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale assume un ruolo più attivo, come propagandista prima a Modena poi, successivamente, sul fronte jugoslavo, come capo dell’Ufficio propaganda della divisione Sassari, di stanza a Knin, in Croazia. Dopo l’8 settembre 1943 non aderisce alla Repubblica sociale, spinto a questa scelta dalla moglie Elda Cristianini che esprime posizioni antifasciste, anche se partecipa a qualche manifestazione. Proprio per la mancata partecipazione alla Rsi nel dopoguerra non subisce alcuna conseguenza per la sua adesione al fascismo e riprende la professione di avvocato fino alla morte, avvenuta il 17 giugno 1960.

Enzo Ponzi a Sustinente
Enzo Ponzi a Sustinente

Il fondo archivistico

Le carte di Enzo Ponzi sono state sottoposte a un primo riordino e inventariazione sommaria nel 2002. Il progetto di descrizione, digitalizzazione e metadatazione è stato realizzato nel 2025 con la cura scientifica di Laura Cristina Niero e con il cofinanziamento di Regione Emilia-Romagna, Programma regionale FESR 2021/2027, Bando per la digitalizzazione del patrimonio culturale di biblioteche archivi storici musei e altri istituti e luoghi della cultura. L’inventario archivistico della raccolta fotografica è stato realizzato mediante la Piattaforma regionale per la descrizione archivistica ed è liberamente accessibile online in Archivi ER – Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna. Il fondo riordinato nel 2025 da Laura Cristina Niero sulla base dei maggiori elementi biografici disponibili e di un esame attento delle carte, per cui sono stati individuate alcune serie archivistiche; Enzo Ponzi giornalista e oratore (1912 – 1915; 1940); Diari delle due guerre (1917; 1942; 1944); Raccolta fotografica (1911 – 1955); Carte private e professionali (1804-1942). A esse fa seguito l’unità archivistica Lettere di condoglianze per la morte di Enzo Ponzi (1960). La descrizione del fondo è su Ibc archivi (→ accedi).


Giornalista e oratore

Ponzi inizia la collaborazione con “La Gazzetta dell’Emilia” nell’agosto 1912 e prosegue fino al suo arruolamento nell’Esercito per partecipare alla Prima guerra mondiale, nel giugno 1915. Nell’archivio è presente un quaderno dove sono incollati i ritagli di tutti i suoi articoli. Di un certo interesse anche il foglio “I miei discorsi” con indicati data e luoghi di tutte le conferenze e manifestazioni dove Ponzi è intervenuto come relatore tra il 1921 e il 1924: comizi elettorali, conferenze di propaganda, commemorazioni, inaugurazioni di gagliardetti fascisti e degli arditi. Una sua conferenza in occasione della celebrazione del ventennale della fondazione del Fascio modenese venne edito e diffuso nel 1940.

Attività di propaganda di Enzo Ponzi


Diari della guerra

Nel fondo Ponzi sono presenti due diari da lui redatti nel ruolo di propagandista della divisione Sassari in Croazia, uno relativo al mese di maggio 1942, l’altro per il periodo ottobre-novembre dello stesso anno. I diari contengono anche cartoline e fotografie da lui raccolte e conservate. Si tratta di una documentazione interessante perché, anche se Ponzi non era coinvolto direttamente nelle azioni militari della divisione – non a caso mancano quasi completamente riferimenti alle violenze compiute dagli italiani contro partigiani e popolazione civile – emergono disillusione e frustrazione anche a fronte della crescente sfiducia dei militari della Sassari verso il regime, mettendo in crisi, come ha scritto Francesco Mantovani (→ vedi), “le grandi aspettative di rivincita anche personale con le quali era partito nella primavera dello stesso anno da Modena”.


Raccolta fotografica

In questo piccolo fondo documentario hanno un posto di rilievo le fotografie. Sono presenti immagini riguardanti il padre, il generale Vincenzo Ponzi, scattate nel periodo 1911-1929; album fotografici sulla Prima guerra mondiale; una serie di fotografie di guerra e varie di Enzo Ponzi per il periodo 1917-1922; un album di fotografie scattate tra il 1920 e il 1931, relative anche al periodo in cui Ponzi è segretario del Fascio di Parma; numerose fotografie riguardanti la famiglia scattate tra il 1918 e il 1942, ma sono presenti anche negativi del periodo successivo, fino al 1960; una miscellanea relativa a eventi pubblici avvenuti tra gli anni Trenta e Quaranta, relativi a manifestazioni e conferenze dei Gruppi rionali fascisti alle quali ha partecipato Ponzi. 


Bibliografia

  • Pietro Alberghi, Modena nel periodo fascista (1919-1943), Modena, Mucchi-SIAS, 1998
  • Giovanni Fantozzi, Il volto del nemico. Fascisti e partigiani alla guerra civile (Modena 1943-1945), Modena, Artestampa, 2013
  • Francesco Mantovani, I diari di Enzo Ponzi. L’esperienza di guerra in Croazia di un capitano dell’ufficio Propaganda (maggio-novembre 1942), “Diacronie. Studi di Storia Contemporanea”, n. 331, 2017
  • Fabio Montella, Bagliori d’incendio. Conflitti politici a Modena e provincia tra guerra di Libia e Marcia su Roma, Milano, Mimesis, 2021


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Resistenza mAPPe

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Guerra e Resistenza in Emilia-Romagna. Percorsi al di qua e al di là della Linea Gotica – Mappe urbane e regionali della Guerra e della Resistenza

Resistenza mAPPe, primo lavoro di ricerca realizzato a livello regionale dagli Istituti storici, è un portale nato nel 2015 per raccontare i luoghi e gli eventi della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza, pensato ed elaborato dagli Istituti Storici dell’Emilia-Romagna in Rete. Dal 2015 il progetto si è man mano aggiornato, e dal 2016 il portale dà accesso a una collana di web-app dedicate a itinerari turistico-culturali all’interno dei centri urbani dei capoluoghi di provincia, e a tre percorsi tematici regionali dedicati alla Resistenza in pianura, in montagna e sulla costa, e infine ad una app specifica dedicata ai cippi e alle lapidi nelle strade e alle piazze della città di Modena

Modena tra guerra e Resistenza. Itinerari di storia e memoria 1943-1945 è il percorso dedicato al nostro capoluogo di provincia. Un modo diverso per vedere e leggere la città. Attraverso sei itinerari tematici è possibile ricostruire le principali traiettorie e le vicende cruciali del passaggio guerra-lotta di liberazione. Lo spazio urbano, quindi, riletto e riorganizzato in funzione di una memoria da rammentare (nelle generazioni di allora) o da produrre (nelle generazioni di ora). Questa proposta rientra in un progetto più generale di riflessione e lavoro culturale sul nesso tra storia, memoria e luoghi, che vede impegnato l’Istituto storico di Modena oramai da molti anni. Un lavoro che si muove su più dimensioni, dalla ricerca storica alla divulgazione, dalla didattica alle proposte di turismo culturale, dai luoghi di memoria ai musei.

Vai al sito resistenza mappe

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Atlante delle formazioni partigiane modenesi

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La realizzazione di un Atlante storico digitale sulle formazioni partigiane modenesi è nata dall’esigenza di rispondere a domande fondamentali – quante e quali erano le brigate partigiane nel territorio provinciale di Modena? dove operavano? chi le guidava? – e di sistematizzare ottant’anni di ricerca scientifica. L’obiettivo primario è stato quello di superare la visione statica della Resistenza (spesso ferma all’aprile 1945) per rappresentarne la diffusione territoriale in modo dinamico e diacronico, dal settembre 1943 all’aprile 1945, ricostruendone le evoluzioni.

A partire da fonti primarie custodite presso l’Istituto storico di Modena e dalla storiografia consolidata, il progetto sfrutta le digital humanities (cartografia, georeferenziazione, data base) per descrivere meglio la struttura del movimento, la presenza partigiana diffusa ma discontinua, le differenti dinamiche tra pianura e montagna e i periodi di maggiore attività e violenza. Nonostante l’Atlante, in quanto rappresentazione digitale sperimentale, non possa esaurire l’intera complessità dell’esperienza, la sua costruzione come prodotto divulgativo ha innescato una rielaborazione storiografica, portando alla luce nuovi dettagli. Il risultato, a nostro avviso, è uno strumento ricco e utile, capace di offrire un’immagine più articolata e dinamica degli strumenti cartacei e di connettere direttamente l’utente con le fonti primarie digitalizzate.

Vai al sito Atlante sorico delle formazioni partigiane modenesi

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Volantino di propaganda

Cronaca dell’occupazione nazi-fascista di Modena di Adamo Pedrazzi

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Adamo Pedrazzi, bibliotecario per il Comune di Modena e reggente dell’Archivio storico comunale, è una figura di grande rilievo del contesto culturale modenese a partire dagli anni Trenta del Novecento (→ leggi qui il suo profilo biografico). Colto e umanista raffinato pubblica nella sua vita diversi studi tra i quali uno dedicato alla questione della Secchia rapita (→clicca qui per vedere i volumi da lui pubblicati). Dall’8 settembre 1943 fino alla fine di aprile 1945 decide di tenere un diario in cui raccontare ciò a cui assiste durante l’occupazione nazifascista e  anche tutto ciò che la sua fitta rete di contatti gli riporta. 

“…non farò commenti di nessuna specie, ma mi atterrò alla scrupolosa descrizione dell’avvenimento per sé stesso. ‘Narro quello che ho visto e non quello che ho udito dire, e se qualche volta sarò tenuto a ripetere quanto venuto alle mie orecchie lo farò denunciandone la fonte”. Pedrazzi racconta la sua Modena con una prosa di stampo ottocentesco, forbita e talvolta aulica, da cui traspare però sempre lo sconcerto rispetto alle condizioni in cui la popolazione è costretta a vivere con l’occupazione nazista e l’incubo costante dei bombardamenti.  

Fonte incredibile per la ricostruzione storica degli eventi cittadini la Cronaca dell’occupazione nazi-fascista di Modena (MCMXLVIII-MCMXLV), nota anche come Cronaca Pedrazzi, è un’opera memorialistica unica nel suo genere composta da undici volumi dattiloscritti, di cui tre di narrazione, uno di indici, cinque di raccolta di materiale e infine due (non digitalizzati) dedicati agli elenchi dei caduti civili e militari. Esistono due copie dell’opera: quella conservata presso l’Istituto storico di Modena, oggetto di questo intervento, e un’altra versione, priva di varianti testuali ma corredata da ulteriori materiali documentari e allegati, conservata presso la Biblioteca civica d’arte Luigi Poletti

Adamo Pedrazzi raccoglie materiali di propaganda sia di parte nazifascista che partigiana


Nel 1967 sulla Rassegna annuale dell’Istituto storico di Modena esce un articolo a firma di Tiziano Ascari dal titolo La cronaca e l’archivio Pedrazzi. Inoltre, la cronaca viene pubblicata direttamente sulla “Rassegna di storia dell’Istituto storico della Resistenza in Modena e provincia sia nel numero del 1983 (→ clicca qui) che nel 1985 (→ clicca qui) in occasione del quarantesimo anniversario dell’8 settembre 1943 e della fine della guerra. 

La digitalizzazione di questo piccolo tesoro è stata realizzata ormai diversi anni fa all’interno di un progetto realizzato interamente dell’Istituto storico di Modena, grazie alla donazione ricevuta dalla famiglia Ferrari di Ferrara. Il lavoro di metadatazione è stato curato da Laura Niero e Beatrice Tioli che ha anche pubblicato un saggio di ricerca metodologica focalizzato sull’intervento archivistico sia in termini di descrizione catalografica che di metadatazione e inserimento nella Media Library Lodovico (insieme al fondo Brigate partigiane). Il saggio è pubblicato sulla rivista E-Review, 2023

Seleziona Adamo Pedrazzi, 9 settembre 1943

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