Fondi Brigate partigiane
Documentare e raccontare la guerra clandestina
Si tratta del cuore dell’archivio dell’Istituto storico di Modena che prende vita sul finire degli anni Cinquanta.
L’archivio resistenziale dell’Istituto viene costituito in seguito all’assemblea del marzo 1957. Il primo deposito viene effettuato nell’aprile del 1958 da Roberto Monzani che consegna le carte in suo possesso relative alla Resistenza di montagna; ad esso faranno seguito le carte del Corpo volontari della libertà – CVL, e quelle di numerosi altri piccoli fondi. “..erano, difatti, principalmente partigiani coloro che avevano in consegna atti anche ufficiali del movimento clandestino, sia in qualità di comandanti, commissari o responsabili delle varie formazioni, sia come singoli collezionisti e raccoglitori di memorie dell’epoca.
Delle organizzazioni politiche, una soltanto, la segreteria del Pci modenese, aveva conservato organicamente preziosi documenti che poi versò; successivamente anche le brigate Italia (cattoliche) depositarono parecchi atti. Le associazioni partigiane, invece, preferirono conservare gli atti in loro possesso”.
Principali protagonisti di questa prima fase sono Ilva Vaccari, già esponente del socialismo democratico modenese, storica della Resistenza e archivista dell’Istituto, e Filippo Valenti (dal 1960 direttore dell’Archivio di Stato di Modena) che dal 27 novembre 1958 entra a far parte della Commissione archivio quale rappresentante della Soprintendenza archivistica. In un articolo della «Rassegna annuale» del 1965, si informa sullo stato di avanzamento del lavoro condotto sui fondi archivistici ricevuti. Materiali consegnati in maniera discontinua da enti diversi e soprattutto da singole persone, le carte del movimento resistenziale clandestino erano infatti rimaste principalmente nelle mani di partigiani, in virtù del ruolo ricoperto durante la guerra (comandanti, commissari politici, ecc.), oppure in quanto collezionisti e raccoglitori di memorie.
Il fondo Brigate Partigiane (11 fondi archivistici) si presenta quindi come una raccolta di fondi molto diversificati: una polisemia data dall’insieme documenti, luoghi, relazioni, biografie, fatti, istituzioni raccontate attraverso carte originali e fotocopie, diari storici, verbali, comunicati in codice, ordini militari, relazioni sulla situazione degli effettivi e sull’armamento delle formazioni; notizie sulle condizioni finanziarie e gli approvvigionamenti, sui lanci degli alleati; segnalazioni di provocatori e spie, etc
L’archivio della Resistenza modenese, fondi delle Brigate partigiane, è quindi formato dalle carte “Corpo volontari della libertà – CVL – Comando unico partigiano“, “Carte delle brigate partigiane“, “Modena M Modena P” e altri piccoli fondi che, insieme, restituiscono la storia militare, politica e sociale della guerra partigiana. Inoltre è conservata anche la documentazione relativa al riconoscimento della qualifica di partigiano combattente o patriota (elenchi dei combattenti e dei patrioti, elenchi dei componenti dei comandi di divisione e di brigata, diari storici).
Diario storico della 11a Brigata “Ivan”, II Divisione “Modena
Il tipo di documentazione, le modalità di raccolta e di conservazione sono la diretta conseguenza della condizione di clandestinità in cui nascono, ma sono comunque esplicative sia del tipo di organizzazione militare e politica della Resistenza sia, in qualche caso, di una precisa volontà di costituzione di archivi della lotta partigiana da utilizzare una volta raggiunta la Liberazione.

Attestazione del CVL in merito al ferimento di Marri Tonino, maggio 1945
L’intero lavoro di descrizione, digitalizzazione, metadatazione e pubblicazione delle carte delle “Brigate partigiane”, curato da Laura Niero e Beatrice Tioli in collaborazione con Dhmore (Centro interdipartimentale sulle Digital Humanities dell’Università di Modena e Reggio Emilia), è stato realizzato grazie ad un finanziamento dalla Fondazione di Modena. Una riflessione metodologica su questo primo intervento si trova in Beatrice Tioli, Tradurre l’archivio in una media library. La valorizzazione digitale della Cronaca Pedrazzi e dei fondi Brigate partigiane, E-Review – 2023
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Bibliografia
- Pietro Alberghi, Ilva Vaccari, Guida agli archivi dell’Istituto storico della Resistenza di Modena e provincia, Modena, 1983
- Franca Baldelli (a cura di), Inventario topografico degli archivi e dei fondi depositati nell’archivio dell’Istituto storico della Resistenza e della storia contemporanea, Modena, 1995
- Letizia Ferri Caselli, Inventario degli archivi dell’Istituto storico di Modena, Modena, 2002






