Il progetto

Cosa conserviamo? Perché lo conserviamo?A cosa ci serve oggi lavorare sugli archivi e sulla loro digitalizzazione?

Il portale Storie digitali è stato realizzato con il cofinanziamento di Regione Emilia-Romagna, Programma regionale FESR 2021/2027, Bando per la digitalizzazione del patrimonio culturale di biblioteche archivi storici musei e altri istituti e luoghi della cultura 

In questa cornice, il progetto presentato dall’Istituto storico di Modena – Trame, percorsi di storia del Novecento. Contributo a una piattaforma per la fruizione integrata del patrimonio culturale emiliano-romagnolo e alla realizzazione di un portale sulla storia di Modena nel Novecento attraverso gli archivi della società civile – ha avuto come primo obiettivo quello di valorizzare la digitalizzazione dei patrimoni realizzata con questa linea di finanziamento e, secondariamente, come obiettivo di medio/lungo periodo, quello di creare una infrastruttura digitale che consentisse, anche per gli anni futuri, di proseguire nel solco delle azioni già intraprese in tema di conservazione, digitalizzazione e diffusione dei patrimoni e dei progetti che da questi prendono vita.

Il progetto è stato realizzato grazie al continuo confronto e la collaborazione attiva con lo staff del Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna e quello del Dipartimento delle Digital Humanities dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Tutti gli archivi già inventariati dell’Istituto storico di Modena sono descritti nella piattaforma archivistica Archivi ER e, quelli digitalizzati, sono presenti nella Medialibray Lodovico.


Cosa conserviamo? Perché lo conserviamo? A cosa ci serve oggi lavorare sugli archivi e sulla loro digitalizzazione?

La digitalizzazione dei patrimoni archivistici e bibliografici, ma in futuro anche degli oggetti che raccontano la nostra storia più recente, è stata il motore delle nostre attività degli ultimi anni. A partire dal 2022 l’Istituto storico ha realizzato diversi progetti che hanno portato alla descrizione archivistica e poi alla trasformazione digitale del proprio patrimonio. Operazioni fondamentali per sopperire al problema del degrado, ma non sufficienti per raccontare la ricchezza delle storie contenute nei nostri archivi e biblioteche. 

Fonti eterogenee e diversificate come diversificati sono i tanti protagonisti, individuali e collettivi, che hanno scelto di donare o depositare la propria storia e le proprie memorie in un Istituto che ha nella raccolta della documentazione prodotta dalla società civile modenese nel Novecento uno degli assi portanti della propria attività. Non sappiamo se il Novecento sia un ‘secolo breve’ o se le sue ombre e luci si proiettino ancora nel nostro presente (il dibattito è sempre in corso) ma conosciamo l’importanza di fornire strumenti utili allo svolgersi di questa discussione e all’organizzazione delle fonti per gli storici di oggi e di domani. 

Per questo motivo, dopo la pubblicazione delle fonti sulle piattaforme  archivistiche (ArchiviER) e generaliste (Lodovico Medialibrary) abbiamo realizzato il portale Storie digitali, in cui vogliamo raccontare  alcune storie a partire dalle nostre fonti, i protagonisti e i donatori, le storie archivistiche e le vicende umane che li hanno condotti a noi, le peculiarità dei nostri beni dal punto di vista della ricerca e le loro potenzialità in termini di racconto pubblico. Per fare questo abbiamo creato due ordini di sezioni tematiche: il primo dedicato alle fonti (carte, iconografia, voci, biblioteca); il secondo ai prodotti digitali che da queste si generano (mappe, mostre, podcast, libri). La possibilità di costruire uno spazio virtuale dinamico in cui connettere i diversi materiali e di individuare i contenuti a partire da chiavi di ricerca semplici (nome di persona e/o luogo) è stata possibile solo grazie al profondo lavoro di metadatazione messo in campo nei progetti di digitalizzazione realizzati in questi anni. Uno spazio virtuale non chiuso in sé stesso ma aperto ad altri soggetti con cui condividiamo questo percorso di transizione, le cui piattaforme, verranno sempre segnalate come possibilità di approfondimento rispetto al patrimonio e al lavoro dell’Istituto

Un portale realizzato grazie alle nuove discipline delle Digital humanities lasciato volutamente aperto a future integrazioni di contenuti e storie. Uno spazio digitale costruito in prospettiva, pensando all’Istituto storico del futuro. Un Istituto che raccolga fonti, ma che sia anche in grado di produrle in un dialogo costante con quella società civile da cui è nato.

Con questo intento è stato costruito il progetto, pensando al patrimonio sapendo che parlare di archivi e di passato significa sempre parlare di noi oggi nel presente.

Staff di progetto: Chiara Lusuardi, Metella Montanari, Claudio Silingardi