La storia in “Rassegna”

Le riviste dell’Istituto storico di Modena


Profilo di un istituto culturale

L’Istituto storico della Resistenza si costituisce a Modena il 18 novembre 1950. È il primo istituto di carattere provinciale a nascere in Italia, dopo la formazione di alcuni istituti regionali (Piemonte, Liguria, Veneto) che, nel 1940, danno vita all’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, con sede a Milano e presieduto da Ferruccio Parri.

Nei suoi primi otto anni di vita ha sede nell’ufficio del sindaco di Modena, Alfeo Corassori, tra i fondatori dell’Istituto. La mancanza di una sede condiziona l’attività dell’Istituto che, comunque, è protagonista della difesa del Sacrario partigiano della torre Ghirlandina, contro la sua rimozione richiesta da alcuni enti governativi, della realizzazione della prima Manifestazione nazionale della Resistenza nei campi di concentramento a Carpi nel 1955, della cura e diffusione della prima mostra italiana sulla deportazione, allestita in oltre quaranta città italiane e, infine, del primo tentativo (nel 1954) di costituire un Istituto regionale della Resistenza, che nascerà poi nel 1963.

Nel 1958 l’Istituto ottiene finalmente la sua prima sede pubblica, in un palazzo in Corso Canalgrande, dove cominciano ad affluire i primi fondi archivistici (in particolare le carte delle brigate partigiane) e a formarsi il primo nucleo della sua biblioteca. Inoltre, diffonde nelle scuole modenesi un opuscolo per sollecitare un corretto insegnamento della storia della Resistenza ed avvia finalmente una propria attività editoriale, con l’inaugurazione della serie dei ‘Quaderni’ (ne usciranno dodici tra il 1960 e il 1984) e la pubblicazione di una rivista annuale.


La digitalizzazione delle riviste

Nell’ambito di un progetto pluriennale di riordino, sistemazione fisica, catalogazione descrittiva e semantica del patrimonio posseduto e depositato dall’Istituto, e grazie al progetto di digitalizzazione e metadatazione realizzato nel 2025 con la cura scientifica di Giovanna Bonazzi e il cofinanziamento di Regione Emilia-Romagna, Programma regionale FESR 2021/2027, Bando per la digitalizzazione del patrimonio culturale di biblioteche archivi storici musei e altri istituti e luoghi della cultura è stato possibile digitalizzare un certo numero di periodici e riviste storiche comprese quelle edite dall’Istituto tra gli inizi degli anni Sessanta e la fine degli anni Novanta del secolo scorso. Il lavoro di catalogazione, soggettazione e metadatazione e i numeri digitalizzati sono consultabili sulla piattaforma Lodovico Media Library (→ accedi).


“Rassegna annuale dell’Istituto storico della Resistenza in Modena e provincia”

Il 25 aprile 1960 esce il primo numero della “Rassegna annuale” dell’Istituto. L’intenzione è di uscire a cadenza annuale, cosa che riesce fino al n. 8 del 1967, poi nel 1969 esce l’ultimo numero doppio 9/10, che prelude a una lunga sospensione delle pubblicazioni, che durerà fino al 1980.

L’inizio è promettente, lo stesso Parri, che scrive la presentazione del primo numero, cita la rivista come esempio che dovrebbe essere seguito in tutti i capoluoghi di provincia. Il Comitato di redazione è composto da Terenzio Ascari, Bruno Bonilauri, Lorenzo Bossetti, Ennio Pacchioni (presidente dell’Istituto), Ilva Vaccari; negli anni si aggiungeranno Pietro Alberghi, Adelmo Bellelli, Gabriella Guandalini, Adalgisa Magnavacca, Giovanni Manfredi. La rivista si presenta sempre suddivisa in due parti: saggi, documenti e ricordi della Resistenza modenese e attività dell’Istituto (biblioteca, libri ricevuti, manifestazioni, lutti).

Come detto, sul finire degli anni Sessanta la rivista cessa le pubblicazioni e, nonostante l’intenzione dell’Istituto di riprendere a editare un periodico, occorre aspettare i primi anni Ottanta perché veda la luce una nuova rivista dell’Istituto storico. Intanto, escono volumi importanti, come quelli di Ilva Vaccari su Villa Emma e sull’aiuto ai prigionieri anglo-americani, sono organizzati i primi corsi di aggiornamento per insegnanti, potenziate biblioteca ed emeroteca, promossi convegni e, infine, sono inaugurati con la collaborazione dell’Istituto il Museo monumento al deportato di Carpi e il Museo della Repubblica partigiana di Montefiorino

Numero 1 della Rassegna annuale dell’Istituto storico di Modena, 1960


“Rassegna di storia dell’Istituto storico della Resistenza in Modena e provincia”

Nel 1981 l’Istituto pubblica una nuova rivista, la “Rassegna di storia”, con l’obiettivo di consolidare una rete di giovani collaboratori che si erano avvicinati. La rivista, rinnovata graficamente, esce per tredici numeri fino all’aprile 1993, alternando fascicoli monografici (Resistenza, Guerra di Spagna, Costituente e Ricostruzione, centenario della nascita del Partito socialista italiano) a fascicoli con saggi, diari e ricordi, documenti, didattica, vita dell’Istituto. Il Comitato di redazione è composto da Aldo Borsari, Mauro Francia, Luigi Guicciardi, Roberta Pinelli e la direzione è affidata a don Nino Monari.

Sono anni di cambiamento in Istituto, di iniziative legate a scadenze storiche come il cinquantenario della Guerra di Spagna e quello delle leggi razziali e di convegni fondamentali come quello su “Regime fascista e società modenese” ma, soprattutto di rinnovamento istituzionale e organizzativo, con la modifica dello statuto e il cambio del nome in Istituto storico della resistenza e di storia contemporanea di Modena e provincia (1987), la ‘provincializzazione’ dell’Istituto con la firma di convenzioni con 41 amministrazioni comunali su 47, la nascita del Centro di documentazione per la storia contemporanea, il trasferimento dalla vecchia sede di via Cesare Battisti, ormai inadeguata, a quella nuova di via Luosi all’interno dell’area del plesso scolastico dell’Istituto Fermi, che permette anche il trasferimento dell’archivio della Camera confederale del lavoro di Modena.

Rassegna di storia, nuova serie, 1981


“Rassegna di storia contemporanea”

In continuità con la “Rassegna di storia”, nel 1994 esce il primo numero di “Rassegna di storia contemporanea” il cui titolo testimonia la precisa volontà di allargare gli interessi storiografici e culturali dell’Istituto all’intera storia del Novecento. È edito dall’editore Mucchi e non più direttamente dall’Istituto, con periodicità semestrale per ampliare il suo raggio di diffusione. Ne escono nove numeri (uno doppio) fino al 1998. Il Comitato di redazione, quasi del tutto rinnovato, è composto da Lorenzo Bertucelli (direttore dal 1995), Luciano Casali, Daniela Grana, Cesare Malagoli, Ernesto Milano, Nora Sigman, Luigi Paganelli, Claudio Silingardi, Tullio Sorrentino, Velia Venturi e Gilberto Zacchè.

Accanto ai temi tradizionali di attenzione dell’Istituto – antifascismo, Resistenza, deportazione, ecc. –alcuni numeri approfondiscono tematiche nuove, come quelli monografici dedicati alla presenza degli Istituti culturali nella città di Modena, alla diffusione delle Leghe nel Nord-Est del paese, all’editoria regionale nel dopoguerra, al primo decennio post-bellico.

In quegli stessi anni si incrementa notevolmente il patrimonio archivistico, con l’arrivo dell’archivio della Federazione modenese del Pci, escono alcune pubblicazioni che mettono un punto fermo sulla storia della Resistenza, come i volumi di Claudio Silingardi e di Ilva Vaccari e, soprattutto, proprio per impulso dei dirigenti ex partigiani, diventa presidente dell’Istituto Lorenzo Bertucelli, giovane ricercatore universitario. Si realizza così il cambio generazionale rispetto ai presidenti che hanno vissuto la Resistenza.

Rassegna di storia contemporanea, 1994


Dalla carta al web: le riviste negli anni Duemila

Nel 1999 esce il primo numero di “Novecento. Rassegna di storia contemporanea”, che sostituisce la “Rassegna di storia contemporanea” con l’obiettivo di realizzare una rivista che esca da una dimensione di storia locale per confrontarsi con il dibattito storiografico nazionale e internazionale. Ne escono undici numeri fino al 2005 poi, nel 2009, esce il primo numero di “900. Per una storia del tempo presente” che, pur rimanendo nel solco dell’esperienza precedente, si conclude dopo solo quattro numeri nel 2010. L’esperienza delle riviste cartacee si conclude con i tre numeri dell’“Annale dell’Istituto storico di Modena” (con una dimensione che ritorna a essere legata al territorio modenese) pubblicati tra il 2010 e il 2012. Nel 2013 inizia l’esperienza della rivista scientifica online “E-Review. Rivista degli Istituti storici dell’Emilia-Romagna in rete” (clicca qui per accedere (→ https://e-review.it/) realizzata grazie a una redazione multidisciplinare e un campo di ricerca declinato in particolare sulla storia del territorio regionale. La rivista, di cui l’Istituto è attualmente coordinatore generale, ha all’attivo fino, sinora, dodici volumi, gli ultimi pubblicati con la casa editrice Viella di Roma.